Ed anche quest’anno eccoci a Dicembre: un mese che ho sempre amato, tranne che per un periodo della mia vita.
Dicembre e’ un mese che sa di festa, di famiglia, di casa… tutte cose che adoravo, adoravo stare tutti quanti insieme, la famiglia riunita: le mie nonne in cucina insieme a mamma e zia, indaffarate a preparare qualche ricetta, papà e zio che sceglievano e stappavano il vino, io e mia sorella impazienti di fare l’albero e poi di aprire i regali, la casa tutta addobbata, le luci, il profumo delle candele accese, l’odore dei biscotti appena sfornati e delle castagne arrostite, le passeggiate per negozi e mercatini, le canzoni di natale… Tutto sapeva di magia a Dicembre…
Ma nel 2010 una tragedia tocco’ la mia famiglia. Da quell’anno, solo il pensiero che arrivasse Dicembre, mi mise tutto d’un tratto una grande angoscia. Non ero più pronta a vivere quella felicità, al contrario quel pensiero si tramutò in una profonda tristezza che mi travolse. Così decisi che senza di lei io il Natale non lo avrei più festeggiato, quell’anno, a Dicembre, me ne andai dall’altra parte del mondo e feci finta che quel mese non esistesse più e così fu’ anche negli anni a venire, senza quella parte di me non aveva più senso festeggiare, non sarebbe stato giusto ricercare un’incanto svanito, una magia, da quel fatidico momento, per sempre perduta.
Dopo anni passati senza sentire più lo spirito natalizio, ecco che proprio il giorno di Natale il destino busso’ alla mia porta. Conobbi un ragazzo, Pietro, che sarebbe diventato poi mio marito: mai più bel regalo avrei potuto ricevere se non l’inizio di una meravigliosa storia d’amore che nell’ottobre di due anni dopo, ci porto’ nostra figlia Ginevra.
Da quando nacque lei decisi che a Dicembre non sarei più fuggita: se avevo dimenticato come vivere quella sensazione ormai perduta, era venuto il giusto momento di riconquistarla. L’avrei imparata nuovamente per lei, per farle scoprire ed amare la tradizione del Natale. Non ero più sola: seppure quel vuoto mi gravitasse ancora attorno, il primo Natale di Ginevra mi sforzai nel ricreare quell’atmosfera. Gli addobbi, l’albero, il pranzo natalizio, i regali. Ed ancora i festeggiamenti, la voglia di ripartire, di essere nuovamente felice perché era lei a meritarselo: tutto era per lei, che sarebbe dovuta crescere portandosi con sé il sentimento del Natale, dalla sua infanzia, come un dono, dove sentire riunita la famiglia.
Oggi a Dicembre posso sentire nuovamente il calore di questo mese. Non come prima certo, certe ferite non si cancellano, ma in un modo nuovo, con più consapevolezza e riconoscenza per tutto ciò che mi è stato dato in dono.
Ora il Natale lo rivedo negli occhi di Ginevra e Greta, le mie bambine: nella recita di natale, nella preparazione degli addobbi per il mercatino dell’asilo.
Sento la magia nel decorare l’albero con loro, nel cantare le canzoni natalizie, nello scrivere la letterina e poi spedirla, nel preparare i biscotti della vigilia per Babbo Natale e nel vedere le loro faccette stupite quando, la mattina del 25 dicembre, scoprono che quei biscotti lui se li è mangiati davvero! E poi correre tutti assieme sotto l’albero per scartare e condividere i regali.
Voi, bimbe mie, avete fatto un piccolo miracolo donando alla nostra casa questo nuovo incanto.
Anche se tu, sorellina mia, non sei più qui con noi, io e loro ti sentiamo vicina e sebbene con un velo di tristezza nel cuore, quello dettato dalla tua assenza, rinnoviamo quello che tu avresti voluto: festeggiare ed essere riconoscenti per questo meraviglioso e magico mese.
Grazie a www.thelifereportage.com per questa stupenda foto delle mie meravigliose bimbe…
perciò ben tornata nel calore (si fa per dire..) di dicembre. E ben arrivata nella grande famiglia del blogging. Confesso che con questa mossa mi hai sorpreso.
E lo trovo bello, sincero, limpidissimo.
Avanti così.
Complimenti per il nuovo inizio! Buone feste a te e a tutta la tua bella famiglia.
Volevo aggiungere che il ricordo e la bellezza dell’anima della tua sorella Francesca vivranno per sempre nel mio ricordo. Un abbraccio.